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Gli studenti universitari sono sempre più depressi e lasciano gli studi

Gli anni dell'Università sono una fase molto delicata nella vita dei ragazzi.

Sono quelli che segnano il passaggio definitivo dall'adolescenza all'età adulta e in cui si è chiamati a prendere decisioni piuttosto importanti per il proprio futuro.


studenti universitari depressi e demotivati

Studenti universitari sempre più depressi: i dati


Non stupisce allora che questo passaggio si accompagni a un carico emotivo e psicologico ingombrante. C'è chi avverte lo stress per mantenere risultati accademici buoni, chi risente della competizione con i colleghi. Da non sottovalutare, per gli studenti fuori sede, pure l'impatto con una città nuova dove non si può contare sul sostegno di familiari e amici di una vita. Tutti questi fattori contribuiscono a generare disturbi d’ansia e depressione, che oggi colpiscono circa il 30% degli studenti universitari, secondo dati Istat.


I sintomi a cui fare attenzione


Quando si parla di depressione si intende una sindrome che interessa non solo la sfera emotiva, ma anche quella cognitiva e persino psicomotoria. I sintomi più comuni sono: tristezza profonda, senso di inadeguatezza, difficoltà di concentrazione, disturbi del sonno, isolamento sociale. Nei casi più gravi si arriva a fare brutti pensieri sulla propria vita o ci si aggrappa a sostanze dalle quali invece bisognerebbe stare alla larga.


Paura del futuro


A essere cambiata è la lente con cui i nostri ragazzi guardano gli anni universitari. Se un tempo li si considerava l'ultima parentesi di spensieratezza prima di entrare nel mondo del lavoro, oggi per molti sono già motivo di ansia e insicurezza. Il motivo? Il futuro fa paura.

Manca la fiducia nella possibilità di costruirsi un percorso professionale solido e soddisfacente.


Per questo lo studio viene visto come un peso privo di senso. Se si aggiungono anche motivazioni economiche e difficoltà personali, il risultato è una crescita dei tassi di abbandono degli studi: fino al 15% al Sud e circa il 10% nel Nord-Est, fa sapere Unimpresa.


È sempre più necessario, dunque, che università, istituzioni e famiglie prendano sul serio la questione della salute mentale degli studenti, offrendo ascolto, supporto psicologico e strumenti concreti per affrontare questa sfida. Investire nel benessere dei giovani significa investire nel futuro del Paese.


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