Di cosa parleremo?
"Hikikomori" è un termine giapponese che significa "stare in disparte", viene utilizzato per indicare chi decide di ritirarsi dalla vita sociale per lunghi periodi, rinchiusi nella propria abitazione, evitando qualunque tipo di contatto diretto con il mondo esterno, talvolta anche con i familiari.**
L’Istituto di fisiologia clinica del CNR ha condotto il primo studio nazionale volto a fornire una stima quantitativa dell’isolamento volontario nella popolazione adolescente: emerge che sarebbero più̀ di 50mila, in Italia, i giovani “Hikikomori”. Lo studio è promosso dalla onlus Gruppo Abele in collaborazione con l’Università̀ della Strada.
L’età che si rivela maggiormente a rischio per la scelta di ritiro è quella che va dai 15 ai 17 anni, con un’incubazione delle cause del comportamento di auto-reclusione già̀ nel periodo della scuola media.
Le differenze di genere si rivelano nella percezione del ritiro – i maschi sono la maggioranza fra i ritirati effettivi, ma le femmine si attribuiscono più̀ facilmente la definizione di Hikikomori – così come nell’utilizzo del tempo, con le ragazze più̀ propense al sonno, alla lettura e alla tv, mentre i ragazzi al gaming online.
Fra le cause dell’isolamento, assume un peso determinante il senso di inadeguatezza rispetto ai compagni: “L’aver subito episodi di bullismo, contrariamente a quanto si possa ritenere, non è fra le ragioni più̀ frequenti della scelta. Mentre si evince una fatica diffusa nei rapporti coi coetanei, caratterizzati da frustrazione e auto- svalutazione”, aggiunge Sonia Cerrai (Cnr-Ifc).
“Un altro dato parzialmente sorprendente riguarda la reazione delle famiglie: più̀ di un intervistato su 4, fra coloro che si definiscono ritirati, dichiara infatti che i genitori avrebbero accettato la cosa apparentemente senza porsi domande. Il dato è simile quando si parla degli insegnanti”.
L’Osservatorio Modus ha deciso di approfondire l’argomento con una degli autori della ricerca, Sabrina Molinaro, organizzando una diretta dalla sua pagina Instagram.
Per partecipare sarà sufficiente seguire la pagina di Centro Studi Modus e collegarsi giovedì 13 aprile alle ore 19 per seguire l’incontro.
Durante la diretta, aperta a genitori, insegnanti, adulti, addetti all’educazione e formatori, ma in realtà a chiunque ne fosse interessato, sarà possibile conoscere meglio i tratti distintivi di questa nuova patologia, le spie d’allarme per prevenire l’insorgere della stessa e soprattutto dibattere circa le possibili soluzioni da intraprendere.
La diretta verrà salvata sulla pagina Instagram di Centro Studi Modus.
**Fonte: Fondazione Umberto Veronesi