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Mappe concettuali e DSA

Aggiornamento: 29 giu 2023


Nell’ambito dei disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), la parola disturbo indica una persona che ha un livello cognitivo nella norma ma “una disabilità specifica dell’apprendimento di origine neurobiologica” (Lyon, Shaywitz e Shaywitz, 2003): il disturbo, quindi, si riferisce esclusivamente al processo di apprendimento e alle azioni necessarie per individualizzare e personalizzare la didattica e abilitare lo studente a esprimere le sue potenzialità, con tutte le ricadute positive in termini di fiducia in se stesso e autostima, anche nel contesto extrascolastico e, nel tempo, nel contesto lavorativo.

Cosa intendiamo per “potenzialità” quando parliamo di bambini e ragazzi con DSA? Parliamo di una differenza che è anche un punto di forza da valorizzare e stimolare: un allievo con DSA, infatti, ha buone capacità uditive e cinestetiche e uno stile cognitivo globale che gli permette di avere immediatamente una visione generale, per esempio del testo che sta studiando.

La capacità di memorizzazione per immagini permette allo studente di conservare e ricordare con più facilità le informazioni che passano dal canale visivo, ma anche di trovare soluzioni creative ai problemi e collegamenti non convenzionali tra concetti.

In questo senso, le mappe concettuali giocano un ruolo importante nelle diverse fasi dell’apprendimento:

  • nella fase di rielaborazione e selezione delle informazioni lette, perché compensano la difficoltà di cogliere le informazioni in sequenza

  • nella fase di memorizzazione, perché compensano la difficoltà di identificare le parole chiave e il collegamento tra i diversi concetti

  • nella fase di recupero delle informazioni, perché compensano la difficoltà nell’impiego della memoria breve termine

Studiare con le mappe concettuali

Nel percorso scolastico, ogni studente trova un metodo di studio e personalizza il suo modo di apprendere per studiare e lavorare in autonomia. Il metodo più diffuso è quello verbale: leggere e rileggere, riassumere e schematizzare e poi rileggere ancora in vista della verifica.

I bambini e i ragazzi con DSA o con altre difficoltà hanno però estremo bisogno di trovare un metodo di studio alternativo e più adatto al loro stile di apprendimento e la mappa concettuale può diventarlo.

Lo studente può iniziare ad approcciare le mappe concettuali imparando per prima cosa a usare la struttura dei libri di testo – indici e altri indicatori presenti come i box e le domande di verifica – per individuare e capire gli argomenti principali e progredire dall’informazione generale verso l’informazione più granulare.

Le informazioni vanno organizzate visivamente in modo da rispettarne l’ordine gerarchico, con poche parole e una preferenza per il canale visivo, con fotografie, video, disegni e illustrazioni, l’uso di frasi e concetti copiati dal libro di testo in formato digitale e “incollati” sulla mappa, per non doverli riscrivere e aumentare la difficoltà del compito.

Lo studio con le mappe concettuali è una prassi che riguarda tutte le figure coinvolte nell’insegnamento: per usarle con successo, anche gli insegnanti e i genitori devono imparare come costruirle e usarle.

Usare le mappe concettuali e multimediali per visualizzare l’ordine di presentazione degli argomenti, evidenziare i collegamenti lineari e trasversali tra i diversi concetti, semplificare il contenuto tramite “parole chiave”, significa possedere uno strumento efficace non solo per la ripetizione di argomenti e ma soprattutto per l’esposizione orale in classe.

In fase di valutazione, le mappe concettuali possono fungere da supporto visivo, in particolare per i ragazzi con BES (Bisogni Educativi Speciali), per il recupero delle informazioni e all’organizzazione del discorso in una presentazione orale.

Come strumento di supporto nelle prove scritte e orali possono dare sicurezza allo studente e contribuire a ridurre i livelli di ansia derivante dalla paura di dimenticare termini o parti di un discorso strutturato.

Le mappe concettuali per la didattica inclusiva

La didattica inclusiva trova la sua realizzazione nel contesto scolastico che supera il concetto di integrazione tra studenti con bisogni educativi speciali e non, e accoglie ogni allievo in un contesto nel quale le differenze diventano un'opportunità e una risorsa per l’educazione.

In questo senso, la mappa concettuale è uno strumento di didattica inclusiva: con l’uso delle mappe generalizzato e il supporto della LIM o del videoproiettore, tutta la classe impara a studiare e beneficia dello stesso metodo, efficace anche per i bambini e i ragazzi che non hanno difficoltà di apprendimento.

Il presupposto necessario è l’ambiente di apprendimento cooperativo, dove ogni allievo con le sue abilità personali può dare un contributo in termini di talento, idee e stile di apprendimento, per favorire il successo di tutto il gruppo.

Se l’insegnante adotta le mappe concettuali come strumento didattico regala all’allievo con DSA la possibilità di partecipare in maniera attiva e propositiva al gruppo e al gruppo intero la possibilità di confrontarsi in un clima collaborativo: in più, le tecnologie informatiche – compresi i software per creare le mappe concettuali – aggiungono caratteristiche importanti per la didattica inclusiva come l’accessibilità e l’usabilità, e possono essere utilizzate sia in gruppo, sia individualmente.

La mappa concettuale in sé, quindi, è uno strumento didattico che diventa inclusivo solo se inserito in un contesto predisposto a realizzare l’inclusività: se questa condizione è presente e la mappa usata in maniera consapevole e corretta, può diventare un’opportunità e una risorsa importante per tutti gli allievi, un piccolo seme in un terreno fertile con grandi possibilità di evoluzione e cambiamento.


Fonte: Anastasis

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